Una delle convinzioni che incontro spesso nel mio lavoro con le mamme può essere riassunta più o meno così: "Essere una buona madre significa essere una mamma perfetta". Se sei una mamma perfetta, tuo figlio crescerà bene, sarà felice, brillante, ben collocato nel mondo. Perfetto, insomma.
Generalmente, la prima cosa che mi preoccupo di fare è capire cosa vuol dire esattamente mamma perfetta. In effetti, ogni mamma lo intende a modo suo, a seconda del suo sistema di valori e credenze - ma poi mi rendo sempre conto che tutti i significati attribuiti alla parola perfezione hanno un denominatore comune: l’infallibilità.
Le mamme perfette non sbagliano mai. Sanno sempre di cosa ha bisogno il proprio figlio. Non perdono mai il controllo. Non chiedono aiuto. Prevedono, prevengono, organizzano, sempre.
Sono sempre all’altezza, di qualsiasi situazione. E si aspettano di crescere dei figli altrettanto perfetti.
Paradossalmente, quando arrivano da me, mi chiedono aiuto perché si sentono delle fallite, non si reputano all’altezza del ruolo di madre e donna che rivestono ogni giorno, si sentono inadeguate e incompetenti, sperimentano ansia, frustrazione, tristezza frequente. In pratica, si sentono tutto fuorché infallibili.
Il cammino verso la presa di consapevolezza che la perfezione non esiste, come recita un famoso detto, alle volte è lungo e faticoso. Ma sempre fruttuoso, perché apre a un cambiamento importante, essenziale per la felicità delle mamme e dei loro figli, ossia la trasformazione da mamma (pseudo)perfetta a mamma normale. Umana. Serena. Flessibile. Decisamente, liberamente e volutamente imperfetta.
Se sei una mamma perfetta, o che aspira ad essere tale, ti invito a riflettere
sul paradosso delle mamme perfette:
A che serve sforzarsi tanto se poi quello che sperimenti frequentemente è in realtà ansia, frustrazione e disistima di te?
E poi, cosa ti stai perdendo di te, di tuo figlio e della vostra relazione, mentre sei impegnata ad apparire una madre infallibile che raggiunge risultati perfetti?
E in ultimo: quale messaggio stai trasmettendo a tuo figlio? Che aspettative nutri nei suoi confronti e in quelli della sua crescita?
Quello che vedo nel mio lavoro, quando una donna si rende conto che non vuole più essere perfetta, perché ha valutato tutti gli svantaggi di questa condizione e i vantaggi, invece, di potersi dare la libertà, semplicemente, di essere se stessa, è che non migliora solo la relazione con se stessa, perché cambia il modo in cui si tratta e si valuta, ma anche quella con il suo bambino.
Riflettendoci, credo siano due gli aspetti fondamentali che rendono possibile questo cambiamento.
Il primo riguarda la possibilità di vedersi imperfetta piuttosto che una supermamma che tutto può, con il sollievo e la serenità che questa comporta.
Riconoscere i propri limiti permette di vedere anche i propri desideri e bisogni, spesso nascosti dagli standard di perfezione. Sentirsi sollevata e libera consente di aprirsi di più, esprimere emozioni e desideri, sorridere, riuscire a vedere anche le cose belle e non solo le difficoltà.
Il secondo aspetto riguarda invece ciò che una mamma perfetta si aspetta da un figlio (perfetto?). Quando la relazione viene alleggerita da aspettative così grandi, al bambino arriva il messaggio che anche lui può essere quello che è. E che non sarà un bambino sbagliato, figlio di una madre sbagliata, se farà degli errori, ma sarà amato comunque, perché nessuno, si sa, è perfetto, no?!
E allora, se sei una mamma perfetta che sta iniziando a pensare che forse questa condizione non le va più bene, ti chiedo: da cosa vuoi cominciare?
Grazie alla collega Liria Valenti per l'interessante riflessione.
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